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a linee parallele però s'incontrano

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Il panificio di Davide Nughes

Olbia, risistema il forno allagato
Poi inizia a produrre pane gratis

Davide Nughes, L'imprenditore olbiese da un anno ha aperto un panificio per il desiderio di dare alla sua bambina, di appena due anni, un futuro solido. "Siamo partiti il 20 ottobre di un anno fa - racconta sul sito on line - e posso dire con orgoglio che già in estate avevo finito di pagare tutte le attrezzature arrivando al primo anno di attività con oltre un milione di fatturato". Poi la devastazione provocata dall'alluvione. Insieme ai 17 dipendenti si è rimboccato le maniche e ha risistemato il forno invaso da acqua e fango. Ha poi iniziato a produrre il pane gratis per i concittadini colpiti dall'alluvione.

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Olbia

“Mi ha licenziata, ora minaccia di rovinarmi”

Sono storie a cui è difficile credere, però succedono. Perché, davanti alle tragedie, ci sono atti straordinari di generosità e di eroismo. Ma ci sono anche gesti miserabili. La Nuova Sardegna oggi in edicola riferisce di una giovane donna di OlbiaA.D., licenziata in tronco perché lunedì e martedì non si è presentata al lavoro. Era andata a dare una mano alla sorella, rimasta prigioniera nella sua casa allagata.
E’ quanto ha spiegato al suo datore di lavoro, un imprenditore costruttore  di Olbia. Da due anni la donna lavorava per lui, facendo regolarmente la pulizia dell’abitazione e dell’ufficio. Questo per 550 euro al mese, in nero. Senza assicurazione né contributi. La donna ha raccontato che l’imprenditore    appena gli ha detto per telefono di doversi assentare dal lavoro a causa dell’emergenza familiare, non ha voluto sentire ragioni: “Sei licenziata”. E ha chiuso la comunicazione
( i nomi  sono ampiamente noti in zona . I giornali locali riportano il nome  della Donna. con generalità e foto.  Non riportano il nome del Costruttore ....) .
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Olbia oggi
Olbia, correva l'anno 2004
  Il Sindaco Nizzi non ha usato mezzi termini: "Vogliono bloccare la vita di una città; se questo era l'intento del Presidente Soru, ha raggiunto il suo obbiettivo. Puniscono le zone costiere e in particolare Olbia. Devono spiegarci come hanno fatto ad approvare una legge così demenziale. Allora come si può fare visto che a queste persone verranno negate le concessioni edilizie? Tutto bloccato anche nella Zona Industriale di Olbia che si affaccia sul mare, a Pittulongu, Porto Rotondo e a Murta Maria.".
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 (Ordine geologi): “In Sardegna 280 chilometri quadrati di territorio a rischio inondazione”

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Orgosolo, il disastro nella “diga infinita". 
È in costruzione dal 1989. La sua realizzazione consentirebbe di irrigare 2810 ettari di terreno agricolo. Il ciclone ha spazzato via il cantiere. Ma quasi non se ne parla.
http://goo.gl/LQCrOL

Orgosolo, il disastro nella “diga infinita".  È in costruzione dal 1989. La sua realizzazione consentirebbe di irrigare 2810 ettari di terreno agricolo. Il ciclone ha spazzato via il cantiere. Ma quasi non se ne parla.  http://goo.gl/LQCrOL

L'altra voce della Musica.Claudio Abbado

Article 13

Article 12

Partito Comunista Italiano

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Foto: 21 GENNAIO 2014 - 93esimo anniversario della fondazione del Partito Comunista Italiano.  Questa mattina un gruppo di compagne e compagni è andato a deporre una corona sulla tomba del fondatore Antonio Gramsci.
...nato il 21 gennaio 1921 a Livorno come Partito Comunista d'Italia (sezione italiana della III Internazionale) per scissione della mozione di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci, al XVII Congresso socialista
  Una corona sulla tomba del fondatore Antonio Gramsci. cimitero acattolico.al  Testaccio . Roma



Le Ceneri di Gramsci - Pierpaolo Pasolini
 
Non è di maggio questa impura aria
che il buio giardino straniero
fa ancora più buio, o l'abbaglia
 
con cieche schiarite... questo cielo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo
 
alle curve del Tevere, ai turchini
monti del Lazio... Spande una mortale
pace, disamorata come i nostri destini,
 
tra le vecchie muraglie l'autunnale
maggio. In esso c'è il grigiore del mondo,
la fine del decennio in cui ci appare
 
tra le macerie finito il profondo
e ingenuo sforzo di rifare la vita;
il silenzio, fradicio e infecondo...
 
Tu giovane, in quel maggio in cui l'errore
era ancora vita, in quel maggio italiano
che alla vita aggiungeva almeno ardore,
 
quanto meno sventato e impuramente
sano
dei nostri padri - non padre, ma umile
fratello - già con la tua magra mano
 
delineavi l'ideale che illumina
 
(ma non per noi: tu morto, e noi
morti ugualmente, con te, nell'umido
 
giardino) questo silenzio. Non puoi,
lo vedi?, che riposare in questo sito
estraneo, ancora confinato. Noia
 
patrizia ti è intorno. E, sbiadito,
solo ti giunge qualche colpo d'incudine
dalle officine di Testaccio, sopito
 
nel vespro: tra misere tettoie, nudi
mucchi di latta, ferrivecchi, dove
cantando vizioso un garzone già chiude
 
la sua giornata, mentre intorno spiove.
II
Tra i due mondi, la tregua, in cui non
siamo.
Scelte, dedizioni... altro suono non hanno
ormai che questo del giardino gramo
 
e nobile, in cui caparbio l'inganno
che attutiva la vita resta nella morte.
Nei cerchi dei sarcofaghi non fanno
 
che mostrare la superstite sorte
di gente laica le laiche iscrizioni
in queste grigie pietre, corte
 
e imponenti. Ancora di passioni
sfrenate senza scandalo son arse
le ossa dei miliardari di nazioni
 
più grandi; ronzano, quasi mai
scomparse,
le ironie dei principi, dei pederasti,
i cui corpi sono nell'urne sparse
 
inceneriti e non ancora casti.
Qui il silenzio della morte è fede
di un civile silenzio di uomini rimasti
 
uomini, di un tedio che nel tedio
del Parco, discreto muta: e la città
che, indifferente, lo confina in mezzo
 
a tuguri e a chiese, empia nella pietà,
vi perde il suo splendore. La sua terra
grassa di ortiche e di legumi dà
 
questi magri cipressi, questa nera
umidità che chiazza i muri intorno
a smotti ghirigori di bosso, che la sera
 
rasserenando spegne in disadorni
sentori d'alga... quest'erbetta stenta
e inodora, dove violetta si sprofonda
 
l'atmosfera, con un brivido di menta,
o fieno marcio, e quieta vi prelude
con diurna malinconia, la spenta
 
trepidazione della notte. Rude
di clima, dolcissimo di storia, è
tra questi muri il suolo in cui trasuda
 
altro suolo; questo umido che
ricorda altro umido; e risuonano
- familiari da latitudini e
 
orizzonti dove inglesi selve coronano
laghi spersi nel cielo, tra praterie
verdi come fosforici biliardi o come
 
smeraldi: "And O ye Fountains..." - le pie
invocazioni...
III
 
Uno straccetto rosso, come quello
arrotolato al collo ai partigiani
e, presso l'urna, sul terreno cereo,
 
diversamente rossi, due gerani.
Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei
 
morti: Le ceneri di Gramsci... Tra
speranza
e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato
per caso in questa magra serra, innanzi
 
alla tua tomba, al tuo spirito restato
quaggiù tra questi liberi. (O è qualcosa
di diverso, forse, di più estasiato
 
e anche di più umile, ebbra simbiosi
d'adolescente di sesso con morte...)
E, da questo paese in cui non ebbe posa
 
la tua tensione, sento quale torto
- qui nella quiete delle tombe - e insieme
quale ragione - nell'inquieta sorte
 
nostra - tu avessi stilando le supreme
pagine nei giorni del tuo assassinio.
Ecco qui ad attestare il seme
 
non ancora disperso dell'antico dominio,
questi morti attaccati a un possesso
che affonda nei secoli il suo abominio
 
e la sua grandezza: e insieme, ossesso,
quel vibrare d'incudini, in sordina,
soffocato e accorante - dal dimesso
 
rione - ad attestarne la fine.
Ed ecco qui me stesso... povero, vestito
dei panni che i poveri adocchiano in
vetrine
 
dal rozzo splendore, e che ha smarrito
la sporcizia delle più sperdute strade,
delle panche dei tram, da cui stranito
 
è il mio giorno: mentre sempre più rade
ho di queste vacanze, nel tormento
del mantenermi in vita; e se mi accade
 
di amare il mondo non è che per violento
e ingenuo amore sensuale
così come, confuso adolescente, un tempo
 
l'odiai, se in esso mi feriva il male
borghese di me borghese: e ora, scisso
- con te - il mondo, oggetto non appare
 
di rancore e quasi di mistico
disprezzo, la parte che ne ha il potere?
Eppure senza il tuo rigore, sussisto
 
perché non scelgo. Vivo nel non volere
del tramontato dopoguerra: amando
il mondo che odio - nella sua miseria
 
sprezzante e perso - per un oscuro
scandalo
della coscienza...



22 gennaio 1891, Ales

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Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti.
 (Antonio Gramsci in "Ordine Nuovo", 1920)
da PensieriParole


collage(s) di Ida Gallo.grazie Ida

Article 9


film - L'estate di Davide (reg. Carlo Mazzacurati, 1998)

Alice - La recessione da Pier Paolo Pasolini

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Vedremo calzoni coi rattoppi; rossi tramonti su borghi vuoti di macchine 
pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania.
I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori; 
e i bambini sapranno che la minestra è poca, e cosa significa un pezzo di pane.
E la sera sarà più nera della fine del mondo, e di notte sentiremo solo i grilli o i tuoni; 
e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino.

 L’aria saprà di stracci bagnati. 
Tutto sarà lontano. Treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno.
Le città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi, 
con i vestiti grigi e dentro agli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d’amore, 
soltanto d’amore.

 Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde della curva di un fiume 
dal cuore di un vecchio bosco di querce crolleranno un poco per sera, 
muretto per muretto, lamiera per lamiera. 
E gli antichi palazzi saranno come montagne di pietra
soli e chiusi come erano una volta.E la sera sarà più nera della fine del mondo,
e di notte sentiremo i grilli e i tuoni e forse qualche giovane 
tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino.
L’aria saprà di stracci bagnati. Tutto sarà lontano. 
Treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno.
I banditi avranno i visi di una volta coi capelli corti sul collo 
e gli occhi di loro madre, pieni del nero delle notti di luna 
e saranno armati solo di un coltello.Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra, 
leggero come una farfalla, e ricorderà ciò che è stato, 
in silenzio, il mondo e ciò che sarà.

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La Recessione .testo originale di Pasolini  in friulano
I jodarìn borghèssis cui tacòns; 
tramòns ros su borcsvuèis di motòurs 
e plens de zòvinsstrassòns 
tornàas da Turin o li Germàniis.

I vecius a saràn paròns dai so murès 
coma di poltronis di senatòurs; 
i frus a savaràn che la minestra a è pucia, 
e se c'ha val un toc di pan.

La sera a sarà nera coma la fin dal mond, 
di not si sentiràn doma che i gris 
o i tons; e forsi, forsi, qualchi zòvin 
- un dai pus zòvins bons turnàas al nit - 

a tirarà fours un mandulìn. L'aria 
a savarà di stras bagnàs. Dut 
a sarà lontàn. Trenos e corieris 
a passaràn di tant in tant coma ta un siun.

Li sitàs grandis coma monds 
a saràn plenis di zent ch'a vas a piè 
cui vistìs gris, e drenti tai vuj 
'na domanda, 'na domanda ch'a è,

magari, di un puc di bès, di un pàssul plasèir, 
ma invessi a è doma di amòur. I antics palàs 
a saràn coma montaglia di piera 
soj e sieràs, coma ch'a erin ièir.

Li pìssulis fabrichis tal pì bièl 
di un prt verd ta la curva 
di un flun, tal còur di un veciu 
bosc di roris, a si sdrumaràn.

un puc par sera, murèt par murèt 
lamiera par lamiera. I bandìs 
(i zòvin tornàs a ciasa dal mond 
cussì divièrs da coma ch'a èrin partìs)

a varàn li musis di 'na volta, 
cui ciaviej curs e i vuj di so mari 
plens dal neri da li nos di luna - 
e a saràn armàs doma che di un curtìa.

Il sòcul dal ciavàl al tociarà 
la ciera, lizèir coma 'na pavèa, 
e al recuardarà se ch'al è stat, 
in silensiu, il mond e chel ch’al sarà.

Ma basta con questo film neorealistico. 
Abbiamo abiurato da ciò che esso rappresenta. 
Rifarne esperienza val la pena solo 
se si lotterà per un mondo davvero comunista



Article 6

Article 5

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Article 3

La chiave di Sara -


Il rastrellamento degli ebrei del 16 ottobre a Roma - Video - Corriere TV

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