Article 4
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Article 3
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a palazzo Grazioli . grazia subito.
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Article 1
Signori entrino...entrino
...sosta alla Cassa per l'acquisto del biglietto prezzo ridotto ragazzi, e nel passaggio al cancelletto si risvegliava il batticuore. I padiglioni colmi di merce d'ogni ben di dio affollavano la Fiera campionaria.
Ogni etnia col mercato in giro per il mondo offriva i suoi prodotti.
Uno sguardo veloce tutt'intorno e si correva all'appuntamento con i giochi. La zona dei divertimenti piccola Disneyland di periferia stava a ridosso dello stagno. Era un mondo da Pinocchio nel Paese dei balocchi . Una scritta grande a colori lampeggiava in prima fila :
Uno sguardo veloce tutt'intorno e si correva all'appuntamento con i giochi. La zona dei divertimenti piccola Disneyland di periferia stava a ridosso dello stagno. Era un mondo da Pinocchio nel Paese dei balocchi . Una scritta grande a colori lampeggiava in prima fila :
Entrino entrino..Signori ...solo poche lire per la meraviglia della sala degli specchi. .
Ecco il biglietto di 50 lire, la metà delle 100 bloccate nelle tasche.
Noi quattro, femmine e maschi col cappottino largo e il copricapo a paraorecchie a cane a protegger dal freddo,fumavamo il respiro dell' inverno facendo mostra di aver la sigaretta tra le labbra.
Noi compagni amici delle medie con l'orgoglio di arrivar da soli alla Fiera che stava all'altro capo di città con coincidenza di due mezzi pubblici. Noi vocianti ed imbranati col corpo che cresceva. sconosciuto.
Si entrava nella sala già ridendo e tra gli specchi si esagerava a far le smorfie e i salti, e ridere scherzare e diventare rossi nello sforzo dì ricever l'applauso col titolo del saltimbanco più scemo e più smollato,..frenetici nel provare la maestria degli specchi - ingrassare crescere rimpicciolirsi deformarsi apparire dimezzarsi . e poi sparire e riapparire con l'urlo di una voce dai toni già lontani dall'infanzia.
Noi compagni amici delle medie con l'orgoglio di arrivar da soli alla Fiera che stava all'altro capo di città con coincidenza di due mezzi pubblici. Noi vocianti ed imbranati col corpo che cresceva. sconosciuto.
Si entrava nella sala già ridendo e tra gli specchi si esagerava a far le smorfie e i salti, e ridere scherzare e diventare rossi nello sforzo dì ricever l'applauso col titolo del saltimbanco più scemo e più smollato,..frenetici nel provare la maestria degli specchi - ingrassare crescere rimpicciolirsi deformarsi apparire dimezzarsi . e poi sparire e riapparire con l'urlo di una voce dai toni già lontani dall'infanzia.
Nel mondo di specchi nuovi e lucidi si giocava a diventare nano gigante Gulliver ciccione stecco guerriero burattino. Alice nel paese senza confine delle meraviglie,con allegria ruspante a dispetto di quel corpo di bambino femmina e maschio che chissà dove era andato .
Volava il tempo.
Ad uscire restava l'emozione . Nello stomaco affiorava qualcosa di strano dolce amaro, che inquietava e non si capiva cosa fosse .fastidioso. Nessuno lo svelava agli altri . ma si taceva pensosi un po' per un tratto dopo.
E dopo tanti anni ritorno in quella Fiera, a camminare tra gli stand di gente seria. .
Volava il tempo.
Ad uscire restava l'emozione . Nello stomaco affiorava qualcosa di strano dolce amaro, che inquietava e non si capiva cosa fosse .fastidioso. Nessuno lo svelava agli altri . ma si taceva pensosi un po' per un tratto dopo.
E dopo tanti anni ritorno in quella Fiera, a camminare tra gli stand di gente seria. .
ed eccola, la sala degli specchi. ancora lì nell'angolo a ridosso dello stagno.
Da fuori la trapasso. guardo dentro, senza entrare. non ho più il copricapo a orecchie per il freddo e il mio tempo non esagera più con gli sberleffi ragazzini. la voce parla nel tono già concluso. .
Penso ai quattro mattacchioni. Gli specchi della sala hanno imprigionato il tempo di quel giorno e i quattro son racchiusi tra quei vetri come bozzoli di ragni e di farfalle.ancora nuovi.
Sono stati buoni gli specchi questa volta. nel ricordo. gli specchi che sempre m'hanno rivelato con macchie gialle opache la loro corrosione di umidità profonda e di sfacelo.
Da fuori la trapasso. guardo dentro, senza entrare. non ho più il copricapo a orecchie per il freddo e il mio tempo non esagera più con gli sberleffi ragazzini. la voce parla nel tono già concluso. .
Penso ai quattro mattacchioni. Gli specchi della sala hanno imprigionato il tempo di quel giorno e i quattro son racchiusi tra quei vetri come bozzoli di ragni e di farfalle.ancora nuovi.
Sono stati buoni gli specchi questa volta. nel ricordo. gli specchi che sempre m'hanno rivelato con macchie gialle opache la loro corrosione di umidità profonda e di sfacelo.
Mi allontano con l'amaro dolce nella gola che trovo ancora strano ed ingombrante,
Sosto dentro la serra dove poggiano i fiori senza gran profumo.
"Signora prego le faccio un prezzo buono "
"Signora prego le faccio un prezzo buono "
"Sì prendo... vediamo... un mazzetto di crisantemi gialli o... uno di non di ti scordar di me ?
Facciamo tutti e due"
I due vasetti in bilico stanno in una mano . nell'altra pian piano si consuma la stecca gonfia e appiccicosa di zucchero filato. Si va verso l'uscita
I due vasetti in bilico stanno in una mano . nell'altra pian piano si consuma la stecca gonfia e appiccicosa di zucchero filato. Si va verso l'uscita
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Signore Signori...entrino
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Article 3
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onde alte 10 metri
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Article 1
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Article 0
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Article 1
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Article 0
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Matteo Salvatore - Sempre poveri
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Mandela
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: Sante Nicola
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IL CARRAMMERDA
... a trasportare la loro pallottola lungo una linea retta; se incontrano un ostacolo, cercano di superarlo scavalcandolo, senza cambiare direzione.
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Article 1
grazie Dodo.
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Article 0
La lattaia, Rijksmuseum, Amsterdam Johannes Vermeer (Delft, 31 ottobre 1632 – Delft, 15 dicembre 1675) |
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Article 1
Il rosso e il nero.
Un tango è una metafora della vita reale di una coppia, ora serena con spruzzi d' amore , ora burrascosa con frecciate di odio , talvolta altalenante d'odio e d'amore insieme.
Eramorto di gelosia mentre ballava avviluppato al tango della Comparsita .
Marcel Alvarez AstorTanguero maestro del tempo 2/4 di Milonga, giaceva nel catafalco di velluto rosso e nero. Un garofano vermiglio sporgeva dal taschino del gilè. La musica del tango delle Capinere gli recitava il requiem.Un tango è una metafora della vita reale di una coppia, ora serena con spruzzi d' amore , ora burrascosa con frecciate di odio , talvolta altalenante d'odio e d'amore insieme.
Eramorto di gelosia mentre ballava avviluppato al tango della Comparsita .
Gli amici tutt'intorno vegliavano il ricordo dell'estinto. ancora incredula per tale dipartita Morena Josefina singhiozzava più di tutte .si palpava il s0pracciglio destro segnato da taglio di coltello un anno prima da parte di Marcel.
Nel viso del tanguero tardava ad apparire il rigormortis . i lineamenti erano ancora vivi di passioni d'odio e d'amore in lotta fra di loro . file di rughe gli solcavano la fronte, altre rughe gli scorrevano tra la bocca e il naso .ancora rossa appariva la ferita alla base del collo per colpo di rasoio da parte di Morena un mese prima.
Al cenno del Direttore del servizio funebre la musica cessò .Cadde un lenzuolo bianco sul corpo di Marcel.
La cassa fu inchiodata .venne sistemata sopra il carro trainato da cavalli neri a paraventi rossi. gli zoccoli a passocadenzato la cullarono
fino al Camposanto
La fossa era già pronta e il ballerino si trovò sepolto dalle zolle di terra e fiori musiche e preghiere.
A fine della scena gli amici si avviarono all'uscita, impazienti di infilarsi nel bistrò e perdersi nell'alcol e nel tango di Mi noche triste .
Buio al cimitero .
Il viso del tanguero era contratto ancora. ma ad un tratto
dalla sua bocca si levò un gorgoglio .un fil di fumo come spirale aguzza s'infilò dentro lo stipite del legno, volteggiò nell'aria ,si divise in due in sincronia di forme e movimenti , simmetria di colori rosso e nero.
Le due forme si scomposero più volte, e poi si ricomposero allacciate .
Si allontanarono infine dal tanguero con passo deciso di Colgada, senza guardarsi indietro. senza guardarlo più. dopo una vita insieme lo lasciarono. Loro
Amore e odio . Odio e amore .facce dello stesso tango tenute vive per autocombustione.
Fuochi chiamati fatui.chimicamente veri.
A danze chiuse. Marcel distese il volto nella pace eterna.. finalmente libero.
Un po' più in là in mezzo alla città in un'altra vita in un'altra storia una chitarra da una finestra in festa componeva un flamenco pieno di allegria ,,,
Dice que se va dice que se va dice que se queda,
dice que se va dice que se va
vayo me vou con ella
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Article 0
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Article 0
collage di Ida Gallo per Rosso e Nero. grazie Ida...e ancora balla Lui a scheletro pure col fiore in testa . olè che passione il tango.
Ida, mi fa paura !!!!!!!!!
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